L’orientamento cognitivo-costruttivista è un approccio alla psicoterapia abbastanza recente che si differenzia da altri per alcuni elementi caratteristici. Di seguito una descrizione dei principali.
Psicologia cognitivo-costruttivista

Rapporto con la realtà.
La psicologia cognitivo-costruttivista ritiene che, sebbene esista un mondo reale esterno alle nostre percezioni, noi come individui lo conosciamo attraverso le interpretazioni personali che diamo ad esso.
Secondo questa prospettiva, dunque, noi non conosciamo la realtà per ciò che è, ma la interpretiamo dando significato a ciò che vediamo e alle esperienze che facciamo. Questo equivale a dire, in un certo senso, che non esiste una realtà oggettiva esterna sulla quale tutti gli individui possono essere concordi; ogni forma di conoscenza od interpretazione della realtà è soggettiva, per questo ogni persona ha una sua visione del mondo e “costruisce” significati personali con cui attribuisce senso agli eventi e alle esperienze di vita.
Visione della persona.
Per la psicologia cognitivo-costruttivista sono proprio queste dimensioni personali di significato (costrutti personali) che ogni individuo impiega per organizzare la propria vita, a costituire la base per comprendere il funzionamento di una persona.
In funzione delle esperienze vissute e dei costrutti personali che si sono sviluppati nel corso del tempo, ogni persona tende a formulare delle anticipazioni o – detto altrimenti – a fare delle previsioni rispetto a ciò che può accadere. In questo modo le persone riescono a programmare le proprie azioni in base agli scopi contingenti alla specifica situazione. Queste previsioni, o costruzioni, sono buone o valide ogniqualvolta permettano alla persona di raggiungere tali scopi. Non è importante dunque valutare se e quanto siano vere, quanto piuttosto la loro utilità per la persona. Può anche accadere che tali previsioni siano invece invalidate dai vincoli della realtà e casi come questo rappresentano l’opportunità per arricchire le informazioni in possesso di una persona, rendere più complessi i propri modelli del mondo e dunque giungere ad un processo di revisione dei propri costrutti. Si tratta di processi che avvengono in modo costante e dinamico lungo il corso dell’esistenza di un individuo.
Il benessere o equilibrio di una persona è pertanto funzione di modelli del mondo che siano sia in grado di anticipare gli eventi in modo funzionale al raggiungimento o alla modifica dei propri obiettivi, sia flessibili e aperti alla revisione. Una condizione opposta a questa definisce, per contro, uno stato di malessere o scompenso.
Psicoterapia e rapporto con il cliente.
In base a quanto sopra esposto sul rapporto con la realtà, discende la considerazione che il terapeuta, in questo approccio, non è visto come l’esperto che detiene la conoscenza della realtà, né come colui che è in grado di interpretarla meglio del cliente. Il suo focus non è quello di confrontare se le costruzioni del cliente corrispondano alla realtà esterna, ma di valutare la loro coerenza interna e se consentono al cliente di raggiungere i propri obiettivi. Per quanto riguarda la relazione terapeutica, il terapeuta non è colui che somministra un trattamento ad un cliente passivo. La relazione terapeuta-cliente potrebbe piuttosto essere descritta– metaforicamente – come un viaggio in mare in cui entrambe le parti si imbarcano insieme nella stessa avventura (Kelly, 1958), o come il rapporto di collaborazione tra un ricercatore ed un supervisore che formano una squadra di ricerca allo scopo di indagare un problema: il cliente è lo studente ricercatore che fornisce il problema da esaminare e da indagare, è l’esperto dei contenuti del problema; il terapeuta è il supervisore della ricerca, l’esperto delle tecniche di indagine, che possiede padronanza degli strumenti che vengono messi a disposizione del cliente e che lo aiuta ad elaborare strategie alternative per affrontare il problema in modo più adeguato (Epting, 1990). Si tratta quindi di un percorso che terapeuta e cliente intraprendono insieme. Il problema non è qualcosa da risolvere, ma da indagare congiuntamente – seppur con ruoli diversi – per poter intraprendere delle azioni più efficaci e più funzionali al benessere della persona.
Sintomo.
Per la psicologia cognitivo-costruttivista il sintomo, seppur fonte di un significativo disagio emotivo per la persona, è visto in ottica positiva. Esso rappresenta infatti la migliore soluzione che la persona ha trovato per mantenere il proprio equilibrio in una situazione problematica, un modo per evitare di entrare in contatto con il problema vero. Il sintomo ci dice qualcosa di come la persona si rapporta al mondo, ecco perché il focus primario della terapia non è eliminare il sintomo ma comprenderne innanzitutto il senso. La persona va aiutata a capire come mai ha sviluppato questa modalità di rapportarsi alla sua esperienza e a diventarne consapevole, condizione necessaria (seppur non sufficiente) al cambiamento, dove per cambiamento intendiamo la possibilità di individuare possibilità diverse, alternative, per porsi nei confronti della realtà o della situazione che ci si trova ad affrontare, che si dimostrino più efficaci nella direzione dei propri obiettivi e nel migliorare la condizione di disagio in cui ci si trova.
In terapia, sebbene in una fase iniziale si acquisiscano informazioni sul sintomo, non si lavora direttamente su questo né si punta alla sua immediata eliminazione, anche se ci aspetta che certa sintomatologia si riduca o sparisca con il procedere della terapia. Detto questo, quando i sintomi che la persona riferisce sono molto invalidanti, si può pensare a delle modalità di intervento che ne riducano in breve tempo l’impatto sulla persona per poi concentrarsi in seguito sul loro significato.
Riferimenti bibliografici
- Cionini, L. (a cura di) (2013). Modelli di psicoterapia. Roma: Carocci editore.
- Epting, F. R. (1990). Psicoterapia dei costrutti personali. Firenze: G. Martinelli & C.
- Kelly, G. A. (1958). Personal construct theory and the psychotherapeutic interview. In F. R. Epting, Psicoterapia dei costrutti personali. Firenze: G. Martinelli & C. (1990).